no12

Le conferenze di Palazzo Todeschi
Aspetti Cognitivi del controllo motorio
di Francesco Frisone, Pietro G. Morasso e Vittorio Sanguineti
Università di Genova, DIST (Dip. di Informatica, Sistemistica e Telematica)

Presentiamo il report del seminario tenuto da Pietro Morasso il 5 febbraio scorso nell'ambito delle iniziative organizzate dal Laboratorio di Scienze Cognitive di Rovereto

Come nel sistema visivo la retina non è soltanto un sensore opto-elettrico ma anche un modulo di un sistema cognitivo distribuito, analogamente nel sistema motorio i muscoli non sono soltanto degli attuatori elettro-meccanici ma le porte di interfaccia tra il mondo esterno ed un mondo di "rappresentazioni interne sensomotorie". Le proprietà meccaniche dei muscoli sono importanti per la dinamica (compensazione di carichi e disturbi interni/esterni) come anche per la cognizione spaziale (rappresentazione e trasformazione tra uno spazio propriocettivo e prossimale ed uno spazio exterocettivo e distale).
Uno dei compiti principali dell'apprendimento motorio è la costruzione di queste rappresentazioni interne. Si può partire dal cosiddetto l-model proposto da A. Feldman che, nella sua forma più semplice può essere espresso come una funzione esponenziale della differenza tra la lunghezza l del muscolo ed il comando sopra-spinale l. Il punto essenziale, dal punto di vista della rappresentazione spaziale, è che la variabile controllota ha le stesse dimensioni della variabile di controllo e la differenza delle due è immediatamente resa disponibile al sistema nervoso mediante i fusi muscolari. Lo spazio propriocettivo può allora essere definito come un insieme di dimensionalità ridotta annidato nell'insieme di tutte le possibili configurazioni muscolari e può essere rappresentato in modo distribuito mediante una mappa corticale auto-organizzante. La sua geometria e dimensionalità è codificata nel pattern di connessioni sinaptiche laterali che sono prevalentemente eccitatorie e riverberanti. Queste connessioni possono essere adattate mediante un processo di apprendimento non supervisionato di tipo Hebbiano nell'ambito di una strategia (probabilmente innata) di reazione circolare "alla Piaget". Inoltre, la stessa strategia e lo stesso paradigma di apprendimento non supervisionato possono favorire allo stesso tempo l'emergere di una rappresentazione distribuita dello spazio tridimensionale exterocettivo e l'espressione di un legame causale tra i due spazi.

Palazzo Todeschi, interno
Se questo modello concettuale può catturare alcuni degli aspetti della costruzione cognitiva di un'immagine "Platonica" del movimento, non è però in grado di spiegare in che modo questa immagine sia in grado di fare fronte alle mutevoli condizioni ambientali che si traducono in dinamiche diverse, carichi variabili ecc. Queste problematiche, che costituiscono l'altra faccia della cognizione motoria, mal si prestano ad un meccanismo di rappresentazione essenzialmente a-temporale ed un processo di apprendimento non supervisionato intrinsecamente lento. Occorre un ordinamento temporale delle informazioni piuttosto che uno geometrico e l'apprendimento deve essere supervisionato, per esempio nell'ambito di una strategia comportamentale di "prove ripetute". La struttura cerebrale che si adatta a questo tipo di elaborazione è la corteccia cerebellare che, come suggerito da Braitenberg e collaboratori (1996), è caratterizzata da una trasformazione globale di sequenze piuttosto che di pattern, come avviene invece nelle mappe corticali.
Come legare assieme i due aspetti della cognizione motoria, ossia quello spaziale e quello dinamico, è comunque uno spazio di ricerca aperto che richiede da attaccare con un ventaglio di metodologie e tecnologie diverse.


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Il prof. Pietro G. Morasso è ordinario di Robotica Antropomorfa all'Università di Genova. Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica e Coordinatore del Dottorato in Bioingegneria. Direttore scientifico del Centro di Bioingegneria all'Ospedale di Arenzano (patologie del movimento durante l'invecchiamento).

Vittorio Sanguineti, laureatosi in Ingegneria Elettronica a Genova nel 1989, ha svolto attività di ricerca in Robotica a Genova(1994), Grenoble - ICP - Christian Aubry (1995-96), Montreal - McGill - David Ostry (1996) e Chicago - Northwester Medical School (1997-98). Attualmente è ricercatore di Bioingegneria Elettronica all'Universita' di Genova.

Francesco Frisone si è laureato in Ingegneria Elettronica nel 1995 all'Università di Genova, dove sta svolgendo un Dottorato di Ricerca in Robotica.