Totemismo, magia, religione
Un pamphlet politico-pedagogico di Marcello Rodio
sulla nascita della religione
di
Enzo Rutigliano
Per convincere
qualcuno della verità, non basta constatare la verità, occorre invece
trovare la via dell'errore alla verità.
Ludwig Wittgenstein
(Note
sul Ramo d'Oro di Frazer)
Il libro di Marcello Rodio che presentiamo
al lettore ha come oggetto, niente di meno, che la nascita della divinità
come l'Autore stesso annuncia già nel titolo: Totemismo, Magia, Religione.
La tesi che sostiene è, in buona sostanza, questa: la religione, Dio, nascono
per far fronte a un bisogno degli uomini. Fin qui nulla di originale essendo questo
il modo di procedere del funzionalismo Durkheimiano, peraltro ampiamente utilizzato.
Ma non solo, questa tesi era stata sostenuta da Feuerbach e utilizzata da Marx
in un suo scritto centrale per la nascita del materialismo storico. Appunto, le
famose "Glosse Marginali a Feuerbach". L'originalità, invece,
sta in questo: nell'indicare quale bisogno la religione soddisfa. In questo egli
si discosta dallo stesso Durkheim. In questa indicazione l'autore è piuttosto
convincente: egli vuole persuadere il lettore del fatto che è l'uomo ad
aver creato Dio, così procede nel tentativo di trovare "la via dell'errore".
L'individuazione del bisogno e il modo, il procedimento attraverso cui il bisogno
viene soddisfatto riceve così una spiegazione diversa da quella sostenuta
da Freud. Per altro, il capitolo in cui questa trattazione avviene, è uno
dei più godibili del libro.
Detto questo non voglio anticipare al lettore le conclusioni cui l'Autore perviene
e le vie - tante- che percorre per giungervi. Mi limiterò a tentare una
operazione piuttosto disciplinare di questo libro. Delinearne i caratteri. Cosa
non facile perché nato fuori dall'Accademia dove di solito questi argomenti
vengono trattati nei confini ben delineati delle discipline, delle competenze,
delle ascendenze (con questo non vogliamo dire che il procedimento accademico
sia il più giusto. Anzi, spesso, i risultati scientifici più originali
vengono ottenuti grazie proprio a trasgressioni degli ambiti disciplinari). Questo
libro tende invece a sottrarsi a ogni classificazione, deborda fuori da tutte
le discipline che pure sfiora e utilizza in modo intelligente anche se, a volte,
ad usum delphini.
Lo scritto ha un carattere plurimo: è pamphlet politico-pedagogico, è
storia di un bisogno antropologico, è piccolo trattato divulgativo. L'utilizzazione
di una vasta lettura scientifica è solo la base per affermare una convinzione,
serve da prova per rischiarare l'oscuro. E, questa opera di rischiaramento, viene
affermata con passione politica e strumento pedagogico. Questo l'autore ha in
comune con le ascendenze positivistiche probabilmente non cercate, ma che sono
presenti nel lavoro come clima di fondo.
Il carattere tra tanti il più importante che questo pamphlet politico-pedagogico
presenta è appunto ciò che ricorda il pamphlet ottocentesco: la
scienza come passione, come compito, come apostolato laico. Questo lo avvicina
al carattere degli scritti positivisti in uso nella seconda metà dell'Ottocento.
Solo che è stato scritto qualche decennio fa. Caratterizza tale genere
di scritti sia la passione civile che li anima, sia un ineliminabile sapore dilettantistico.
Queste specificità, insieme , rivelano un carattere sincretico che al nostro
Autore deriva da un percorso di ricerca che non costituisce la sua attività
principale. E, difatti, Rodio - che è nato nel 1914 ad Ostuni, in una famiglia
della borghesia agraria - giunge agli studi antropologici in modo non regolare
e attraverso un percorso eccentrico relativamente all'oggetto delle sue ricerche.
Compie gli studi superiori presso il Collegio Militare di Roma laureandosi poi
a Napoli in Giurisprudenza nel 1936. E' poi allievo ufficiale dell'Artiglieria
a Cavallo. Per qualche anno insegna al Liceo di Ostuni. Si iscrive e si laurea
in Filosofia. E' nel corso di questi studi che matura il suo interesse per l'origine
della religione. Intanto è scoppiata la guerra e il nostro Autore è
a Rodi dal '41 al '43. Finita la guerra torna ad Ostuni dove farà l'avvocato
fino al 1955 quando si trasferisce con la famiglia a Torino dove eserciterà
la sua attività di penalista per altri trent'anni. Negli ultimi dieci anni
della sua carriera si occuperà di problematiche giuridiche connesse al
cambiamento di sesso anagrafico dei transessuali, ottenendo spesso sentenze pilota
che hanno fatto giurisprudenza. Agli studi di antropologia torna con la cessazione
della sua attività forense. E' in questo contesto che nasce lo scritto
che presentiamo. Muore a Torino nel 1972. L'origine non professionale dei suoi
interessi che seguono invece una vocazione dilettantistica, nel senso positivo
che questa caratteristica ha e cioè quello di muoversi insieme al piacere,
al diletto dell'esplorare, conferisce allo scritto una disinvoltura dell'esposizione
e un certo azzardo delle conclusioni che comunicano al lettore il diletto della
loro origine per così dire.
Insomma, il pamphlet di Rodio è godibile (a parte certi appesantimenti
dei primi capitoli dovuti alla necessità di fondare e giustificare le sue
posizioni teoriche) e, penso, che questo è uno dei suoi lati migliori.
Questa godibilità è, probabilmente, l'elemento che rende il pamphlet
pedagogicamente valido e utilizzabile come "trattatello laico" della
spiegazione del nascere della religione ad uso dei lettori molto giovani o di
persone non particolarmente addentro alle questioni di storia delle religioni
o dell'antropologia culturale. Che questo fosse anche l'intento dell'Autore non
è detto esplicitamente ma lo rivela la dedica alla moglie; destinataria
quotidiana della passione laica del marito. Peraltro, impenetrabile alle argomentazioni
e alle pressioni di quest'ultimo, e il lettore dovrà leggere la dedica
cogliendo la sottile ironia- meglio, autoironia - che essa contiene.
La validità scientifica del trattatello non è l'elemento più
importante. Da questo punto di vista vi è ben altra letteratura più
approfondita. L'Autore ne cita molta egli stesso e piuttosto raffinata e aggiornata.
D'altro canto non sarebbe possibile aspirare alla profondità scientifica
specialistica se l'Autore spazia e usa l'antropologia fisica e l'antropologia
culturale , la paleontologia e la storia delle religioni, la zoologia e la psicologia
a sostegno delle sue tesi toccando anche l'architettura e la storia dell'arte.
Il sincretismo è positivo per un pamphlet politico-pedagogico. E' deleterio
per l'approfondimento scientifico-specialistico. D'altro canto non sarebbe possibile
- oggi - scrivere un trattato scientifico da tutti i punti di vista su un argomento
del genere, che può essere trattato solo attraverso un pamphlet politico
con intenti pedagogici. E, tuttavia, il lavoro di Rodio non contiene solo convinzioni
ancorchè convincenti. Giudicando egli la religione un errore non si limita
ad affermare quella che ritiene la verità - wittgenstianamente si sforza
di "scoprire la sorgente dell'errore" per convincere della verità.
E questo è l'unico metodo, l'unico procedimento scientifico conoscitivo.
[Marcello Rodio, Totemismo, Magia,
Religione, Italgrafica Edizioni, Oria, 1998, Lit. 20.000]
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