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  università, cultura e territorio  


La nuova biblioteca dell'università
Centro culturale della città
A cura del Gruppo di lavoro per la nuova Biblioteca


Il concetto di Biblioteca Universitaria sta cambiando. Una trasformazione profonda sta interessando il tipo di materiale conservato e il rapporto con gli utenti, non più solo ed esclusivamente legati al mondo accademico.
Da custode e gestore di collezioni su carta, la biblioteca si è evoluta dapprima con l'introduzione delle tecnologie informatiche e multimediali, fino ad assumere ruoli complessi come produrre e diffondere informazione e cultura, attraverso, ad esempio, la formazione degli utenti e la cooperazione a livello mondiale con tutti i centri di documentazione. In questa ottica alla biblioteca universitaria oggi si rivolge non solo un'utenza interna, ricercatori e studenti universitari, ma anche un pubblico esterno costituito da categorie fortemente interessate sia alla ricerca documentaria specializzata che all'autoapprendimento. Da qui la necessità delle biblioteche di ridefinirsi come luoghi in cui, accanto al tradizionale ruolo, si svolgono in maniera crescente nuove attività e si forniscono servizi sempre più diversificati.

Bibliotheek Technische Universiteit Delft
Università di Delft
Vista della sala centrale e dettaglio di progetto
 
Sulla base di queste motivazioni l'Università di Trento, prima di procedere alla progettazione della nuova biblioteca, ha affidato ad un gruppo di lavoro, costituito da Antonio Frattari (coordinatore), Paolo Bellini, Ilaria Garofolo e Salvatore Rizzello, il compito di configurare un modello progettuale perseguibile e aggiornato di Biblioteca di Ateneo, per dotare l'Università e tutta la città di Trento di un evoluto punto di riferimento culturale. ll gruppo di lavoro ha elaborato uno studio nel quale ha definito il ruolo della nuova Biblioteca, gli obiettivi perseguibili con le relative attività per porli in atto e gli ambiti spaziali necessari per lo svolgimento delle attività.
Per giungere alla definizione del modello perseguibile, il gruppo di lavoro ha svolto prima un'analisi della situazione dell'attuale Biblioteca dell'Università di Trento e di alcune biblioteche campione, quindi ha redatto un'ipotesi di un modello perseguibile per l'Ateneo trentino.
L'analisi condotta sull'attuale Biblioteca Boldrini ha evidenziato la sua incapacità a soddisfare le esigenze della popolazione studentesca e del corpo accademico e la sua impossibilità a fornire i giusti servizi soprattutto per inadeguatezza degli spazi. Una situazione, quindi, che necessita almeno di un adeguamento e di un allineamento allo standard medio delle biblioteche universitarie europee.
È stata quindi condotta un'analisi su 35 biblioteche campione, ritenuta premessa indispensabile, per definire lo stato dell'arte sul quale fondare una proposta che non solo stesse al passo con i tempi, ma che potesse recepire tutti gli elementi innovativi nella concezione della Biblioteca Universitaria. Per comprendere questi eventi e ottenere una base di conoscenza che consentisse di avere il polso della situazione attuale, il gruppo di lavoro ha condotto un'indagine bibliografica su riviste di architettura e in Internet. In tal modo sono state individuate quasi tutte le biblioteche universitarie di recente costruzione in Europa. L'Italia è stata esclusa poiché, salvo alcuni casi sporadici e poco significativi rispetto agli standard europei, non sono state realizzate negli ultimi tempi biblioteche universitarie considerabili come esempi perseguibili. Gli esempi eccellenti sono stati analizzati e sono state individuate le attività peculiari e prevalenti per quanto riguarda il rapporto biblioteca-utenti, le attività e gli ambiti spaziali.
Da questo lavoro di analisi è stata elaborata una sintesi dalla quale sono emerse quelle caratteristiche invarianti e quelle linee di tendenza che hanno permesso di dedurre un modello di biblioteca universitaria con le attività preminenti e gli ambiti funzionali nei quali deve conseguentemente articolarsi.
Su questa base di conoscenza è stato ipotizzato per la biblioteca dell'Università di Trento un ruolo che presenti una forte interfaccia con la cittadinanza e sia in grado di svolgere una serie di attività che esaltino questo ruolo. Essa deve rappresentare un'occasione di crescita culturale per la città, oltre che per l'Ateneo nonché un momento di riqualificazione e rilancio di un'area urbana. La nuova struttura deve avere il compito di servire il pubblico universitario ed essere adeguata alle esigenze della ricerca, con una dimensione organizzativa sufficientemente elastica e consona allo sviluppo delle tecnologie per la ricerca. Oltre ad essere in grado di fornire i tradizionali servizi legati ai libri, deve diventare anche mediateca, un luogo cioè che consenta di usufruire del sapere codificato non solo in libri e riviste, ma anche in microfilm, nastri, video e CD-ROM.

Biblioteca dell'Università di Göttingen
 
Essa deve essere una finestra sul mondo che permetta ai fruitori di trovare ciò che manca e si trova altrove, diventando luogo di dialogo e incontro, non solo fra chi la frequenta direttamente, ma anche con studiosi lontani. Per queste funzioni, oltre ai tradizionali spazi per la lettura e lo studio, nella nuova biblioteca dovranno essere predisposte strutture per la ricerca multimediale, luoghi per l'ascolto e la visione, sia per singoli sia per piccoli gruppi, che la propongano sempre più come learning centre.
Inoltre, la biblioteca deve diventare il "luogo" per eccellenza della formazione sulle tematiche della comunicazione, con una particolare attenzione al personale e agli utenti. A tal fine gli ambiti spaziali dovranno consentire una formazione continua, che tenga il passo degli sviluppi tecnologici.
Per quanto riguarda la didattica, la nuova struttura dovrà disporre di mezzi per la produzione di video, di banche dati, di audiocassette, di grafici e di immagini ad alta risoluzione, oltre a laboratori di digitalizzazione e masterizzazione. Questa tecnologia permetterà la trasformazione di formati che possono garantire la conservazione e le attività a valore aggiunto, oltre alla didattica a distanza. A tal proposito, occorre prevedere uno o più teatri di posa, adeguatamente attrezzati per la produzione di supporti didattici telematici quali le videocassette. In pratica, essa dovrà diventare un centro in cui c'è spazio per tutti gli aspetti della comunicazione: dalla produzione alla formazione, alla fruizione.
Dopo questo primo passo nella definizione del modello organizzativo la strada che porterà al progetto, prima, e alla realizzazione, poi, della biblioteca dovrà però passare per il programma di fattibilità, nel quale saranno individuati gli spazi per svolgere le attività, i requisiti ambientali e le procedure di controllo del progetto preliminare ed esecutivo. Il programma di fattibilità basandosi sulla definizione delle esigenze, emersa da questo lavoro, definirà i requisiti e gli strumenti per il controllo, sotto forma di check-list, nonché le tolleranze per le caratteristiche prestazionali offerte dal progetto onde evitare che esso disattenda, anche in parte, il modello progettuale originario voluto dalla committenza: un luogo non solo di conservazione, ma anche di produzione culturale e artistica, di fruizione, divulgazione, comunicazione e soprattutto incontro.