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Teledidattica e telelavoro al centro di un congresso a Merano
di Francesca Menna

Un importante congresso tenutosi a Merano dall'11 al 14 novembre '98 e organizzato dagli uffici di educazione permanente della Provincia di Bolzano ha voluto fare il punto sullo sviluppo delle tecnologie e delle metodologie delle nuove forme di comunicazione impiegate nella didattica e nella formazione. Il convegno si è rivolto in particolare a operatori culturali, didattici e della formazione dei settori pubblici e privati, docenti e collaboratori delle agenzie di educazione permanente, formatori e insegnanti, addetti alle biblioteche, aziende e associazioni titolari di progetti FSE, sindacati e associazioni di categoria, imprenditori e responsabili della formazione di aziende private.
Nel corso della manifestazione i relatori hanno descritto il panorama delle applicazioni pratiche, riflettuto sui possibili sviluppi futuri, offerto approfondimenti teorici e pratici agli operatori del settore e fornito conoscenze di base sulle ICT (Information and Communication Technologies) utilizzate in ambito formativo e didattico. Si è trattato tuttavia di qualcosa di più di un semplice seminario: durante la manifestazione il pubblico si è addentrato in un mondo multimediale, con la possibilità concreta di capire le nuove tecnologie e di sperimentarne il funzionamento direttamente sul campo, guidati in questo viaggio virtuale da insegnanti e da esperti del settore. Gli iscritti al convegno si sono trasferiti virtualmente in un'aula del Politecnico di Milano per assistere a una lezione di meccanica dei robot, il tutto naturalmente senza mai abbandonare la postazione del Centro Congressi di Merano.
Con la formazione a distanza si è raggiunto senza dubbio un traguardo importante: il sapere in rete è accessibile a tutti, anche a chi, per problemi fisici o economici, non aveva finora potuto usufruire delle opportunità educative. Sono 50.000 gli studenti che già frequentano regolarmente le lezioni del Politecnico: dal computer di casa essi possono assistere alle lezioni, formulare domande, consultare biblioteche e bacheca, scaricare testi, grafici, fotografie e filmati; presto potranno perfino sostenere gli esami in rete.
Il convegno ha dedicato ampio spazio anche al telelavoro, una nuova modalità di lavoro che permette, con l'ausilio di un computer, di un modem e di una linea telefonica, di lavorare dalla propria abitazione. Nonostante alcune perplessità, dovute in gran parte ai risvolti sociali legati all'isolamento a cui può spingere questa metodologia, il telelavoro offre un vantaggio economico per l'azienda e permette al lavoratore di risparmiare tempo e denaro in termini di trasferimenti. Il telelavoro si sta già diffondendo soprattutto nei settori del giornalismo, della traduzione, del lavoro segretariale e della ricerca.
Un evento come quello di Merano fa riflettere sulla valenza e sulle prospettive degli argomenti trattati. Rispondendo alle istanze contenute nel Libro Bianco dell'Unione Europea sull'educazione e la formazione, nel quale si sostiene che la formazione non può essere considerata un problema a sé stante e marginale, la teledidattica, abbattendo una parte considerevole degli ostacoli all'educazione e alla formazione, rappresenta in tal senso un importante passo in avanti. Le innovazioni tecnologiche in questo campo, sotto tutti gli aspetti che il convegno ha voluto mettere in evidenza, rappresentano quindi una sfida da cogliere e da valutare, prima di tutto per il notevole contributo che possono dare alla crescita culturale dei popoli. La rete, inoltre, abbattendo le frontiere e riducendo le distanze, favorisce la globalizzazione economica e aggiunge un nuovo mattone nella costruzione di un'Europa sempre più unita.

[La notizia è stata ripresa dagli articoli de L'Adige, Alto Adige e Dolomiten, contenuti nella Rassegna Stampa dell'Università di Trento del 15-21 novembre '98]