La
formazione a distanza
Nuove opportunità con i computer
per migliorare la didattica
di Luigi Colazzo
Esistono
molte interpretazioni sulla natura della formazione a distanza, alcune alquanto
malevole. La più malevola di tutte è quella che vede la formazione
a distanza come una forma di erogazione adatta per studenti di serie b. Un'altra,
altrettanto malevola, la vede come la tendenza a trasformare l'università
in una università per corrispondenza. Eppure esistono molte persone che
richiedono formazione di livello universitario che non possono frequentare materialmente
l'università. Per il problema di queste persone, la formazione a distanza
costituisce certamente una parte della soluzione. Senza nessuna pretesa di fornire
una segmentazione del mercato potenziale di una offerta formativa a distanza,
alcune considerazioni sembrano di buon senso.
A chi serve
Il primo segmento facilmente identificabile è costituito dai nostri studenti
in difficoltà. Per molti di loro è la necessità di lavorare
che rende il percorso di studio più lento di quello degli studenti a tempo
pieno. Un secondo segmento riguarda particolari gruppi professionali costituiti
da persone che, per motivi a volte molto diversi tra loro, sono entrati precocemente
nel mondo del lavoro. Esempi significativi sono riscontrabili nel settore dell'informatica
o delle attività turistiche. Un altro segmento potenziale, ma meno tradizionale
per l'università, è costituito dalla formazione specialistica rivolta
al personale di organizzazioni pubbliche e private. Un caso speciale di questo
mercato è il personale della nostra stessa Università. Infine i
programmi internazionali di collaborazione con altre istituzioni accademiche possono
essere arricchiti da modalità innovative di cooperazione, basate sulle
possibilità offerte dalle tecnologie dell'informazione. Le tecnologie dell'informazione
hanno infatti anche un'altra caratteristica rilevante: esse sono bidirezionali.
È quindi restrittivo considerare la loro applicazione solo in modo unidirezionale,
con i docenti che trasmettono dalla sede dell'università e gli studenti
che ricevono nelle loro abitazioni o sui posti di lavoro. Si possono facilmente
immaginare soluzioni applicative in cui gli studenti sono in aule fisicamente
distanti, ma virtualmente costituenti un'unica platea, o analogamente, contributi
in teleconferenza di docenti distanti durante un ciclo di lezioni tradizionali.
Quest'ultima forma ribalta totalmente una visione restrittiva della formazione
a distanza: in questo caso gli studenti sono nella sede dell'università
ed il docente potrebbe trovarsi a casa.
Applicazioni
Le tecnologie dell'informazione sono attualmente in grado di trasformare in rappresentazioni
digitali tutte le forme di rappresentazione culturale (testo, immagine, segnale
televisivo e audio) e di trasmettere le rappresentazioni digitali attraverso la
rete di telecomunicazione.
In altri termini, dal punto di vista della tecnologia, il problema non esiste.
Esistono invece problemi riguardo all'applicazione pratica delle tecnologie. Come
integrare tra loro le forme di comunicazione possibili in modo efficace? Come
progettare i materiali didattici? Come organizzare la struttura dei corsi? Quali
servizi garantire agli studenti a distanza? A queste e ad analoghe questioni si
possono trovare risposte parziali in una ormai vasta letteratura e in un certo
numero di esperienze già sviluppate da altre istituzioni accademiche, ma
è evidente che solo un impegno su progetti concreti potrà farci
trovare le soluzioni più adatte per la nostra Università.
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