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  innovazione didattica  
Dai voti ai crediti
I crediti didattici rappresentano una possibilità di innovazione e di miglioramento per gli atenei. I pro e i contro in una sintesi di Gabriele Anzellotti, componente del gruppo di lavoro ministeriale sull'autonomia didattica.

Che cosa sono
I crediti sono un'unità di misura dell'attività di apprendimento degli studenti.

Come funzionano
Il numero dei crediti corrispondente all'attività annuale complessiva di studenti a tempo pieno, capaci e diligenti, ammonta a 60. La durata dei corsi di studio viene stabilita in un numero complessivo di crediti (e cioè in una quantità complessiva di attività di apprendimento), e quindi in anni o semestri equivalenti. Per ciascun corso di studio, la struttura didattica responsabile in ciascun ateneo assegna una misura in crediti alle diverse attività didattiche (lezioni, esercitazioni, tirocini, tesine, ed altro). Per essere ammessi all'esame finale del corso di studi, o comunque per conseguire il titolo, gli studenti devono avere superato le prove di valutazione corrispondenti a una quantità di crediti che soddisfa alle prescrizioni dell'ordinamento didattico.

I vantaggi

Possibilità di articolare i curricula ed anche i singoli insegnamenti in modo più modulare e flessibile, sia per quanto riguarda i contenuti, sia per quanto riguarda le modalità didattiche.
Opportunità di confrontare e ripensare i carichi di lavoro degli studenti.
Maggiore facilità di mutuo riconoscimento di parti di curricula fra percorsi diversi, e quindi: maggiore mobilità all'interno di un ateneo, maggiore possibilità di articolare raccordi e scambi fra formazione universitaria iniziale, formazione permanente ed esperienze formative extra-universitarie.

I problemi
Difficoltà nella definizione dei pesi delle diverse attività da parte delle strutture didattiche.
Difficoltà generali di organizzazione a livello di ateneo.
Possibili difficoltà per la mobilità fra atenei diversi.