LA STORIA DELLA GUERRA FREDDA

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L’Università di Trento ospita la "European Summer School on Cold War History" nata per impulso della London School of Economics
di Mattia Pessina

Si è svolta a Trento dal 4 al 7 settembre 2013, presso Villa Madruzzo, la quinta edizione della “European Summer School on Cold War History” (ESSCWH). L’Università di Trento ospita per il secondo anno consecutivo questo evento, che ha visto la partecipazione di ventisei fra studenti di dottorato e docenti provenienti da oltre dieci Paesi e diciotto università. A organizzare la Summer School è stata la Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia. L’evento è di grande importanza per la nostra Università dato che la pone in un network accademico internazionale di altissimo livello, con una concreta ricaduta positiva sull’ateneo.

La ESSCWH è nata dall’iniziativa della London School of Economics (LSE), la quale ancora oggi gestisce la call for papers e la comunicazione. Si sono aggiunte successivamente come partner oltre a Trento (dalla scorsa edizione), l’European University Institute (EUI) di Vienna, l’Istituto Superiore di Scienze Umane di Bologna, le Università di Roma Tre, Roma Tor Vergata e Padova.

Come ricordato in sede di inaugurazione dei lavori da uno dei promotori dell’iniziativa, Antonio Varsori (Padova), la scuola ha continuato a crescere nel corso degli anni sia nel numero dei partecipanti sia nella qualità dei paper presentati.

Proprio su questo punto è stato sottolineato come per questa edizione siano pervenuti un gran numero di paper, e il compito della commissione non sia stato facile dato l’elevato livello della qualità scientifica degli stessi.

Organizzatori di questa edizione sono stati Sara Lorenzini (Trento), Simone Bellezza (Trento) e Wes Ulrich (LSE) ai quali erano affiancati come faculty della scuola Piers Ludlow (LSE), Kaeten Mistry (East Anglia), Silvio Pons (Roma 2), Olivier Rathkolb (Vienna), Federico Romero (EUI), Antonio Varsori (Padova) e Vladislav M. Zubok (LSE). Membri della Faculty, ma assenti in queste giornate, sono anche Leopoldo Nuti (Roma Tre), Svetozar Rajak (LSE), Odd Arne Westad (LSE) e Mario Del Pero (Sciences-Po).

Sono stati presenti invece sedici partecipanti, i quali hanno presentato i loro paper che hanno variato su diverse tematiche della Guerra Fredda. Erano presenti Emily Ansari (Associata, Western Ontario), Raphaelle Auclert (Sheffield), Ben Brady (Virginia), Jonas Brendebach (EUI), Sonia Cordera (Postdoc, Firenze), Firebt Deoirte (Sorbonne), Mathias Hauessler (Cambridge), Bruno Kaminski (EUI), Naoko Koda (NYU), Miles Link (Trinity), Corina Mavrodin (LSE), Ilaria Parisi (Paris 3), Angela Santese (Bologna), Beatrice Scutaro (Angers), Maciej Stanecki (Varsavia), Bàlint Tolmàr (CEU).

Il format della scuola, in cui in generale prevale un ambiente cordiale di scambio di opinioni fra studenti e docenti, ha previsto l’esposizione da parte di ciascuno dei partecipanti del proprio paper seguita da un commento di uno dei docenti della faculty e da un giro di domande da parte dei presenti. Gli interventi, di cui tutti hanno apprezzato la qualità, vertevano principalmente su suggerimenti e spunti di riflessione volti ad aiutare i partecipanti nel proseguire il proprio lavoro accademico, sottolineando possibili direzioni e sviluppi e testando la solidità delle basi concettuali delle problematiche sollevate.
I paper sono stati organizzati secondo macro-aree tematiche, volte ad analizzare la Guerra Fredda da differenti prospettive.

Hanno aperto i lavori tre paper sul tema della “European Politics”, di Delporte, Haeussler e Parisi. Nella mattinata di giovedì 5 settembre si è affrontato il tema dei “Media and Public Opinion” dove sono intervenuti Brendebach, Santese e Kaminsky. Nel pomeriggio si è passato ad analizzare i Paesi del blocco Sovietico con i paper di Mavrodin, Stanecki e Tolmàr. Il 6 settembre si è affrontato il tema “Of cold war travellers and cold war borders” con Scutaru, Koda, Cordera e Brady. L’ultimo blocco di paper ha affrontato invece il tema di “Culture e Literature” con Ansari, Link e Auclert.
Una delle tradizioni della scuola è quella di presentare una pubblicazione o organizzare un dibattito tematico durante i lavori. Quest’anno il professor Varsori ha presentato il suo libro “L’Italia e la fine della Guerra Fredda. La politica estera dei governi Andreotti (1989-1992)” [Bologna, il Mulino, 2013]. La presentazione è stata il pretesto per scatenare un vivace dibattito sul ruolo dell’Italia nella Guerra Fredda e soprattutto delle conseguenze che vi furono per l’Italia con la fine della contrapposizione dei blocchi.

Al termine dei lavori è stato assegnato il premio come miglior paper al contributo di Mathias Haeussler “A Cold War European? European integration and the Cold War in Helmut Schmidt’s political thought”.