Herrenchiemsee

CONFLITTI ETNICI E STATI NAZIONALI

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Un gruppo di studenti e docenti dell’Ateneo partecipa in Baviera a un convegno euro-americano presso l’Akademie fur Politische Bildung Tutzing
di Olga Bombardelli

Gli studenti dell’Università di Trento varcano i confini; molteplici sono le occasioni formative per loro, anche all’estero, offerte dall’Ateneo. 

Recentemente una delegazione di giovani delle lauree magistrali e del dottorato di ricerca del Dipartimento di Lettere e Filosofia, guidata dalla professoressa Olga Bombardelli, cattedra Jean Monnet di educazione alla cittadinanza europea, ha partecipato ad un convegno euro-americano presso l’Akademie für Politische Bildung a Tutzing, amena località bavarese. 

In questo centro di ricerca e formazione ha avuto luogo, dal 14 al 19 aprile 2013, un’interessante conferenza dal titolo: “Solving ethno‐national conflicts in Europe”, in cooperazione tra l’Akademie, la Bundeszentrale für politische Bildung di Bonn ed il Center for Civic Education di Los Angeles.

La conferenza ha focalizzato l’attenzione su una tematica complessa per la collaborazione europea: i conflitti etnico-nazionali che si sono presentati ripetutamente dopo la creazione degli Stati nazionali e le possibilità di risolverli in modo costruttivo. In Europa ciò ha portato alla creazione di diversi accordi per definire le relazioni tra le popolazioni maggioritarie e le minoranze etniche locali, dato che tali conflitti sopravvivono nel processo di unificazione europea. 

L’obiettivo di queste conferenze è stato informare e ipotizzare soluzioni ai conflitti che continuano, ancora oggi, a verificarsi con sempre maggiore intensità; si è anche discusso su come queste problematiche possano essere affrontate nel campo dell’educazione civica. La conferenza era rivolta principalmente a ricercatori ed esperti nel campo dell’educazione civica, così come ad esponenti politici. 

Il 14 aprile il gruppo italiano dell’Università di Trento è stato accolto presso l’Akademie für Politische dalla direttrice dell’Accademia, la dottoressa Ursula Munch, e da Franz Kiefer della Bundeszentrale für politische Bildung di Bonn.

Nel corso delle varie sessioni in cui si è articolata la conferenza, sono state prese in considerazione le somiglianze e le differenze tra i diversi esempi scelti, con l’obiettivo di trovare strategie e soluzioni a queste problematiche: in particolare il Sud Tirolo, che si è dimostrato l’esempio di una soluzione ogni giorno messa alla prova. 

I lavori sono stati organizzati in due sessioni. La prima è stata aperta dalla dottoressa Hansen Malloy, che ha proposto una panoramica sui rapporti tra maggioranze e minoranze negli Stati e sui diversi trattati nazionali che si sono susseguiti nella storia. Il dottor Lauri Hannikainen, invece, si è occupato della seconda sessione, il cui focus erano i diritti umani e la loro applicazione nella politica di tutela delle minoranze in Europa.

Si sono formati, inoltre, due gruppi di discussione, uno riguardante la protezione delle minoranze in Europa e l’altro sulle minoranze nelle società maggioritarie, dove è stato preso in considerazione il caso delle popolazioni “rom, sinti ecc.” in Bulgaria.

Nell’ambito del convegno sono stati affrontati i ‘casi studio’ delle minoranze in Ungheria e Slovacchia, nonché la situazione delle minoranze ungheresi e slovacche nei Paesi esteri. Nei workshop si è discusso del programma di rieducazione e inclusione sociale dei giovani svantaggiati in Ungheria e nella Repubblica slovacca, che va dalla prima educazione agli studi universitari.

Un’iniziativa piacevole e interessante è stata l’escursione nell’isola di Herrenchiemsee, con visita al Museo storico, nell’edificio dove venne discussa la stesura della Grundgesetz (Costituzione) tedesca, nel 1948, a cui ha fatto seguito un incontro sulla creazione delle Costituzioni e sul loro valore per i popoli e una visita al Palazzo Reale del Re Ludovico II.

La partecipazione a questa conferenza si è rivelata un’esperienza estremamente interessante e formativa: ha portato l’attenzione su questioni di carattere europeo che difficilmente vengono discusse e presentate dai media e che, per i non esperti del campo, possono risultare nuove; ha inoltre mostrato come non sempre si possano trovare delle soluzioni ai conflitti interni, ma che l’appartenenza ad una unità socio-politica più grande rispetto allo Stato-Nazione può fornire strumenti per appianare i problemi.

Per gli studenti dell’Università di Trento è stata un’occasione preziosa di approfondimento in ambito civico e di apertura europea ed internazionale.