CONCILIARE SPORT E FORMAZIONE UNIVERSITARIA

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Il programma TOPSport per atleti di alto livello basato su linee guida dell’Unione europea
di Antonella Bellutti

Il programma TOPSport è un sotto-progetto di UNI.Sport, la rete universitaria di servizi e strutture sportive, volto ad aiutare organizzativamente gli atleti di alto livello a conciliare sport e studio. Il programma aderisce alle linee guida del network E.A.S. (European Athlete as Student) fondato dalla Commissione europea nel 2004 (anno dedicato all’educazione attraverso lo sport), il cui obiettivo è proprio “l’individuazione e lo sviluppo di strategie atte a permettere ad un atleta di combinare nel migliore dei modi la ricerca della performance sportiva con quella della formazione scolastica (dual career) creando i presupposti di stabilità e sicurezza necessari per affrontare il post-agonismo” (mission ripresa da quanto sancito nel White Paper on Sport del luglio 2007). 

Lo sport di alto livello oggi richiede una dedizione totale e un’applicazione - organizzativamente - incompatibile con qualsiasi impegno strutturato sia esso di studio o professionale. La specializzazione è sempre più precoce, la calendarizzazione sempre più intensa e l’impatto sulla formazione sempre più grave.

La carriera si consuma in tempi brevi, molto, anche nella migliore e più longeva delle ipotesi. Tale realtà è resa ancora più critica da una situazione paradossale sconosciuta ai più, spesso anche agli stessi atleti, finché non la vivono in prima persona: un atleta di alto livello oggi non ha un riconoscimento giuridico e quindi non ha la possibilità di accumulare contributi pensionistici e di godere le tutele minime che ogni lavoratore (per quanto precario) può avere. Le uniche realtà ordinate nel panorama sportivo nazionale sono rappresentate dai gruppi sportivi militari (pochi, solo per alcune discipline e per atleti che già hanno affermato il proprio valore con risultati eclatanti) e dallo status professionistico (previsto però solo da 6 delle 45 federazioni sportive nazionali ed esclusivamente per il genere maschile).

Inoltre tale condizione, convive con regole arcaiche e discutibili come il cartellino a vita (impossibilità di cambiare club senza il permesso del presidente) o la clausola compromissoria (per qualsiasi controversia l’atleta può adire solo alla giustizia sportiva e non ordinaria). Per questa brevissima sintesi di una situazione complessa e complicata che rischia di trasformare il mondo dell’agonismo in un “officina di disadattati”, in molti Paesi d’Europa gli atleti vengono sostenuti ed aiutati a dedicarsi all’attività agonistica con la serenità che deve necessariamente accompagnare la consapevolezza verso un futuro a “breve termine” senza gare e medaglie.

L’inserimento professionale post-carriera coi presupposti prima descritti, con le difficoltà che il mondo del lavoro oggi ha al suo interno e nel disagio psicologico di riciclarsi in un'altra identità, è un passaggio che rischia, altrimenti, di essere drammatico per molti. Fatta eccezione per qualche intervento sulle agevolazioni all’accesso a Facoltà di Scienze motorie, in Italia, le iniziative atte a rispondere all’esigenza della “dual career” sono, a livello universitario, pressoché nulle.

L’ateneo di Trento, per primo in Italia, ha avuto la sensibilità ed il coraggio di superare la dicotomia che da sempre tiene pregiudizialmente separati il mondo sportivo da quello accademico, creando un modello per aiutare gli atleti di alto livello assunto a modalità operativa strutturata. Il sistema è imperniato su un criterio di accesso tramite valutazione del curriculum dello studente-atleta, possibile grazie all’applicazione di un modello matematico che da il prodotto di “indicatori di impegno e di merito” raggruppati in macroaree a cui sono attribuiti punteggi crescenti col decrescere dell’importanza (ciò per far coincidere il vertice col numero “1”). A completamento dei requisiti di ripetibilità, standardizzazione e trasparenza è stato creato un questionario di autovalutazione”online” che viene o meno convalidato poi dal referente del progetto. L’output di applicazione del modello è una suddivisione in due diverse fasce di livello a cui corrispondono differenti benefit organizzativi che vanno dalla possibilità di avere sessioni d’appello straordinarie, un tutor accademico, il recupero concordato delle frequenze ad altre opportunità per poter conciliare la carriera sportiva con quella universitaria.

 

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