LA PRIMA DOPPIA LAUREA ITALIA-CINA

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Conferita a Filippo Brunel in Ingegneria civile grazie alla collaborazione con la Tongji University di Shanghai
intervista di Marinella Daidone a Riccardo Zandonini

Lo scorso febbraio è stata conferita dall’Università di Trento la prima doppia laurea Italia-Cina a Filippo Brunel che ha ottenuto il diploma di laurea specialistica in Ingegneria civile presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento e il master in Structural Engineering della Tongji University di Shanghai. Il conferimento del doppio titolo di studio è stato possibile in base a un accordo stipulato tra i due atenei nel maggio 2008.
Si tratta di una novità a livello nazionale che si inserisce a pieno titolo nella politica di internazionalizzazione promossa dall’ateneo. Ne abbiamo parlato con Riccardo Zandonini, referente dell’accordo nonché professore ordinario di Tecnica delle costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento.

Riccardo ZandoniniProfessor Zandonini, come è nata la collaborazione con la Tongji University nel campo dell’ingegneria civile?

La collaborazione con la Tongji University viene da lontano, infatti è stata tra le prime università cinesi con cui l’ateneo trentino ha allacciato stretti rapporti; si tratta di una collaborazione che ha avuto la possibilità di crescere nel tempo, di articolarsi e di far sì che si sviluppasse una conoscenza e una stima reciproca. Diversi docenti della Facoltà di Ingegneria hanno allacciato con professori della Tongji non solo rapporti professionali ma anche di amicizia.
La Tongji è un’università che si occupa prevalentemente di scienza e tecnologia, l’equivalente di un politecnico. Tra le varie branche dell’ingegneria, quella su cui si sono intrecciati rapporti più stretti è stata l’ingegneria civile ed è stato quindi naturale partire da qui per mettere a punto dei programmi comuni quale quello della doppia laurea.
Vorrei sottolineare inoltre che la Tongji University dai ranking  a livello nazionale è considerata la migliore università cinese nel campo dell’ingegneria civile e una delle migliori in ambito scientifico e tecnologico.

Qual è il percorso che uno studente deve fare per ottenere il doppio titolo di studio?

Ai fini del rilascio del doppio titolo è necessario acquisire un totale di almeno 140 crediti ECTS, 35 dei quali relativi alla tesi di laurea e stages.
Gli studenti di dell’Università di Trento devono aver acquisito almeno 70 crediti ECTS prima della partenza. Dovranno acquisire presso la Tongjj University l’equivalente di massimo 70 crediti ECTS, comprensivi di attività seminariali, corsi di lingua cinese, altre attività e la tesi di laurea.
La tesi deve essere svolta in cotutela sotto la supervisione di docenti di entrambe le istituzioni, deve essere scritta e discussa in lingua inglese presso l’università partner.
Nel caso di Filippo Brunel il relatore italiano sono stato io mentre il relatore cinese è stato il professor GuoQiang Li, che è direttore del Sino-Italian Campus alla Tongji.


Lei ritiene che questo un titolo abbia un valore aggiunto rispetto alla normale laurea in Ingegneria civile?

L’esperienza ci ha insegnato che i doppi titoli hanno una fortissima plusvalenza in termini di ampiezza delle conoscenze da parte dei partecipanti e sono occasione e stimolo per una grande apertura culturale. Per questo il nostro ed altri atenei promuovono questo tipo di percorsi.
Nel caso della Tongji, si deve aggiungere che conseguire il titolo italiano/cinese in questo momento può essere particolarmente interessante. L’economia cinese infatti sta progredendo in maniera rapida con sviluppi che comportano un grandissimo impegno sul fronte della riqualificazione del tessuto urbano, della costruzione di nuovi edifici e di infrastrutture. Inoltre nella società cinese le università hanno un ruolo attivo nel controllo della qualità di grandi opere e nella parte sperimentale  associata alla progettazione di nuove costruzioni. I nostri studenti hanno quindi la possibilità di immergersi in un contesto sicuramente molto vitale e stimolante.
Anche dal punto di vista professionale penso che questa doppia laurea offra buone opportunità: le imprese italiane che vogliono operare in Cina possono avere interesse per persone in grado di fare da ponte anche culturale con una nazione in rapida ascesa.

Come si inserisce questa doppia laurea nell’ambito delle politiche di ateneo?

La politica dell’Università di Trento è quella di dar vita a un forte potenziale di collaborazioni internazionali sia nel campo della didattica, come in questo caso, sia nel campo della ricerca. Due campi che, per altro, non sono distinti ma si intersecano: ad esempio la tesi fatta da Filippo Brunel ha prodotto un lavoro scientifico che è stato accettato per un’importante conferenza internazionale del settore. Visto il peso che sta assumendo oggi l’Est del mondo, questa laurea diventa un tassello importante nella politica di internazionalizzazione dell’ateneo portata avanti con convinzione dal rettore Davide Bassi e dal prorettore ai rapporti internazionali Carla Locatelli. Certi collegamenti che noi abbiamo ereditato, grazie anche all’attività del compianto professor De Marchi il quale verso la Cina aveva avuto uno sguardo premonitore, ci hanno facilitato. Credo che come ateneo possiamo reclamare un posto di rilievo negli sviluppi dell’interscambio culturale con la Cina e altri Paesi dell’Est asiatico.

Si prevede di sviluppare ulteriormente questa collaborazione con la Tongji University o con altri atenei asiatici?

Con la Tongji University sicuramente l’accordo si allargherà, poiché ci sono interessi reciproci in altre aree, come ingegneria dell’informazione e delle telecomunicazioni, ingegneria industriale e meccatronica.
Per quanto riguarda la Cina, sono già in essere altre collaborazioni tra l’ateneo e altre università cinesi, ad esempio per la sociologia e l’economia con l’università di Zhejiang e da parte della Facoltà di Scienze con la Tsinghua University, un’università estremamente prestigiosa anche per altre aree disciplinari. Quindi non solo non si prevede uno stop nello sviluppo della cooperazione con la Cina, ma ci auguriamo che i contatti forti che sono stati sviluppati anche col Sud-est asiatico, in particolare con il Vietnam e la Thailandia, possano portare a un’integrazione maggiore nell’ambito dei rapporti internazionali; tali rapporti hanno già comunque portato ad un importantissimo programma europeo Erasmus-Mundus nel campo dell’ingegneria.
Ci sono inoltre alcune importanti università giapponesi con le quali speriamo di poter mettere a punto un accordo di doppio titolo, anche se purtroppo in questo periodo il Giappone ha gli onori della cronaca soprattutto per la tragedia che lo ha colpito, da cui speriamo possa sollevarsi presto.