L’UNIONE EUROPEA RISCHIA IL DECLINO

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L’ex presidente del Parlamento europeo Josep Borrell Fontelles ospite della Scuola di Studi internazionali
di Luisa Antoniolli e Marco Brunazzo

Venerdì 1° aprile 2011, presso la Scuola di Studi internazionali dell’Università di Trento, l’ex presidente del Parlamento europeo e attuale presidente dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze, Josep Borrell Fontelles, ha tenuto una conferenza dal titolo “The European Debt Crisis and the Economic Governance of the Euro”. In occasione della conferenza vi è stata anche la consegna ufficiale dei diplomi di laurea agli studenti della laurea magistrale in Studi europei e internazionali (MEIS).

Josep Borrell Fontelles è stato professore di Analisi economica presso l’Universidad Complutense di Madrid e successivamente ha intrapreso una brillante carriera politica. Tra i diversi incarichi governativi assolti, si ricordano quelli di Segretario generale del Bilancio del primo governo spagnolo guidato da Felipe González (1982-1984), quello di ministro del Tesoro (1984-1991) e quello di ministro dei Lavori pubblici, trasporti e ambiente (1991-1996). Con l’inizio del nuovo millennio, il professor Borrell approda a Bruxelles. Diventa prima membro della Convenzione europea sul futuro dell’Europa, che ha redatto il progetto di Costituzione europea (2002-2003), poi parlamentare europeo (2004-2009) e, infine, presidente del Parlamento europeo (2004-2007). Nel 2009 i governi degli Stati membri dell’Unione europea lo hanno nominato presidente dell’Istituto Universitario Europeo, incarico che svolge dal gennaio 2010.

Nella sua lezione Josep Borrell ha ricostruito le radici della crisi economica che sta colpendo non solo i Paesi membri dell’Unione europea, ma tutto il mondo, causando seri problemi a livello globale. In particolare, egli ha sostenuto che l’origine della crisi vada cercata nell’indebitamento privato, oltre che in quello degli Stati, con conseguenze drammatiche, tanto che oggi è la sopravvivenza stessa dell’euro ad essere messa in discussione. Secondo Borrell, solamente se i Paesi della moneta unica riprenderanno il processo politico di integrazione e adotteranno una politica fiscale realmente comune, l’euro riuscirà a superare gli attuali problemi. La moneta unica è nata, sostiene Borrell, come “un’orchestra senza direttore”, le cui potenzialità si scontrano oggi con la mancanza di una regia in grado di garantire un suo effettivo governo. Il rafforzamento non potrà prescindere, infine, da una maggiore convergenza delle economie nazionali: i divari in termini di competitività, produttività e aliquote fiscali sono infatti disfunzionali alla sopravvivenza dell’euro.
La sfida a cui si trovano di fronte i Paesi dell’Unione europea è ancora più rilevante se inquadrata in una prospettiva globale e di medio-lungo periodo. Non vi sono dubbi, secondo il professor Borrell, che l’Unione europea sia ormai un continente che rischia il declino. La pressione demografica derivante dai Paesi africani e quella economica dei Paesi asiatici porranno l’Unione europea di fronte a scelte costose, che richiedono capacità di gestione del presente e lungimiranza per il futuro. Purtroppo, i governi nazionali sembrano attualmente ripiegati su sé stessi, non privi dell’apertura necessaria per formulare soluzioni comuni a problemi globali.

La lezione del professor Borrell è stata preceduta da un saluto del rettore dell’Università di Trento, Davide Bassi, che ha evidenziato la rilevanza delle scelte di fronte a cui si trova l’Università di Trento dopo l’Accordo di Milano. È intervenuto anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, che nel suo discorso introduttivo ha testimoniato grande apprezzamento per le attività della Scuola di Studi Internazionali, definendola un “prezioso contributo alla rete di internazionalizzazione del Trentino”. Egli ha altresì auspicato che sia trovata una soluzione istituzionale che garantisca la sopravvivenza ed il consolidamento della Scuola in un momento di discussione complessiva sul futuro dell’ateneo. Paolo Collini, direttore della Scuola e preside della Facoltà di Economia, ha quindi illustrato alcuni dei risultati raggiunti in questi anni dalla Scuola, come l’alto numero di studenti stranieri iscritti. L’introduzione alla lectio di Josep Borrell è stata tenuta dal professor Giorgio Fodor.