I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA

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All’Università di Trento le celebrazioni si aprono con un ciclo di lezioni pubbliche
di Gustavo Corni

Dopo un inizio difficile, dovuto anche a evidenti "ostacoli" politici frapposti da una forza regionalista e forse anche secessionista, la Lega, che non ha mai fatto mistero di non amare le celebrazioni unitarie, le attività per celebrare degnamente il 150mo dell'unita' d'Italia hanno iniziato a marciare. Celebrazioni di ogni tipo, molto spesso di elevato livello scientifico, fioriscono dovunque, in città piccole e grandi. Talora, invece, viene da chiedersi cosa alcune iniziative abbiano davvero per meritarsi il logo ufficiale e per avere accesso al programma nazionale, che su internet viene di giorno in giorno - si potrebbe dire - aggiornato.

Trento non poteva mancare e soprattutto non poteva mancare l'Università di Trento. Trento e il Trentino sono un territorio di confine, che ha una storia ben diversa da quella del resto della penisola, per il quale il 150mo anniversario cadrebbe addirittura nel 2068 (!). Ci troviamo in una realtà che anche di recente è stata attraversata da discussioni sull'identità, che a parte le strumentalizzazioni politiche (peraltro legittime), troppo semplicisticamente tendono a estrapolare la vicenda della storia regionale, solcata da conflitti e tensioni nazionali, dal corpo centrale della storia unitaria. L'Università non può mancare di svolgere, in questo frangente, un ruolo centrale di elaborazione e di riflessione storica, che ovviamente sia critico e non meramente agiografico o celebrativo. Né poteva mancare all'appuntamento del 150mo la Fondazione del Museo Storico del Trentino, che fino a non pochi anni fa portava la denominazione di "Museo della storia del Risorgimento e della lotta per la libertà".
Le due istituzioni hanno dato vita a una serie di manifestazioni che, per la natura degli enti promotori, non possono che essere di alto profilo politico, ma attente nello stesso tempo a rendersi comprensibili per un pubblico più largo. Queste iniziative verranno aperte da una serie di "lezioni" pubbliche; così le abbiamo chiamate, convinti che in primo luogo occorra imparare da chi sa più di noi, prima di tranciare giudizi o schierarsi su una qualsivoglia posizione politica. E questo vale a nostro parere soprattutto per le generazioni più giovani.

Le lezioni si suddividono in due cicli, entrambi di tre incontri ciascuno. Docenti, insegnanti, saranno studiosi italiani fra i più autorevoli nel loro campo di studio, a garanzia del livello della riflessione che verrà proposta agli studenti e al pubblico trentino in senso più ampio. La prima parte è dedicata al Risorgimento. Ne verranno messi a fuoco tre aspetti: il Risorgimento dei patrioti, i progetti e le iniziative politiche delle élite risorgimentali, da un lato. Dall'altro il Risorgimento del popolo, visto dalla parte della grande maggioranza della popolazione, che aveva assai minori possibilità di articolare una posizione politica, ma che cionondimeno non può essere trascurata. La terza lezione, che sarà tenuta dal prof. Rusconi, ben noto a Trento, si concentrerà sul complesso diplomatico e militare internazionale nel quale l'unificazione si è svolta.
A cerniera fra i due cicli di lezioni una lezione particolare, fatta soprattutto di musica. Emilio Franzina, studioso eminente dell'Ottocento italiano, ma anche musicista, intrattenitore e scopritore di "chicche" musicali rare, narrerà con un gruppo di musicisti, la vita di Giuseppe Garibaldi. Sarà una parentesi solo apparentemente "leggera", perché anche se con forme musicali e di intrattenimento la lezione ci sarà lo stesso.

Nel secondo ciclo verranno affrontati alcuni nodi particolarmente problematici e significativi della storia dell'Italia unitaria; fra i tanti possibili (si pensi a un dato semplice, ma preoccupante: nei suoi 150 anni l'Italia unita è stata solo per gli ultimi 65 una democrazia), ne abbiamo scelti tre, che coniugano riflessione storica e attualità: il divario economico fra Nord e Sud, le tensioni fra centralismo e decentramento, infine uno sguardo sull'evoluzione di lungo periodo della società italiana nelle sue stratificazioni e articolazioni, persistenze e rotture.
Le lezioni si svolgeranno presso l'Aula Kessler della Facoltà di Sociologia, la lezione-spettacolo su Garibaldi, invece, al Teatro Cuminetti.