NASCE IL DOTTORATO IN SCIENZE BIOMOLECOLARI

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Qualità della ricerca e nuovi approcci per investigare la problematica biologica
di Paolo Macchi e Ines Mancini

Isaac Asimov è conosciuto come uno dei più grandi scrittori di fantascienza, divulgatore scientifico e visionario dello sviluppo delle tecnologie e della loro influenza - positiva o negativa - sul pianeta Terra (e anche oltre). Forse però non tutti sanno che Isaac Asimov era un biologo. Aveva conseguito un PhD in Biochimica e divenne professore associato di Biochimica presso la Boston University School of Medicine. Nonostante le sue visioni del futuro, leggendo i suoi scritti biologici si deduce che solo in parte intuì il grande cambiamento che avrebbe subito la biologia a cavallo del nuovo millennio.

È un modo forse un po’ inusuale per presentare la nuova scuola di dottorato in Scienze biomolecolari da poco attivata presso l’Università di Trento, ma ha lo scopo di sottolineare l’inaspettato mutamento delle scienze biologiche e del modo di fare biologia degli ultimi anni. Due fattori contribuiscono a quella che definiamo una ri/e-voluzione. Il primo consiste nello sviluppo di tecnologie che permettono un approccio inter- e multidisciplianare allo studio meccanicistico della funzionalità cellulare. Unitamente ad approcci computazionali, possiamo oggi formulare modelli del funzionamento della cellula secondo una visione sempre meno riduzionistica e più olistica. Il secondo fattore è rappresentato dalla quantità di dati che si stanno ottenendo con il sequenziamento dei genomi - non solo di quello umano - ed attraverso i dati di trascrittomica. Tra le varie eredità lasciate dal progetto genoma umano, definito da molti la rivoluzione copernicana della biologia, c’è il superamento del concetto “un gene-una proteina” e dello stesso determinismo genetico. Come conseguenza si assiste ad un rinnovato dialogo tra biologia ed altre materie scientifiche quali la fisica, la matematica e, grazie alle scienze dell’informazione, lo sviluppo di nuove aree di ricerca come la biologia dei sistemi e la biologia computazionale.
L’ateneo non è rimasto insensibile ai cambiamenti e all’interesse per lo studio delle scienze della vita e delle sue applicazioni. A due anni dall’attivazione presso la Facoltà di Scienze del nuovo corso di laurea triennale in Scienze e tecnologie biomolecolari, prende il via la scuola internazionale di dottorato in Scienze biomolecolari che arricchisce l’offerta formativa e di ricerca nell’area biologica dell’ateneo.

La scuola, che ha sede presso il Centro Interdipartimentale per la Biologia Integrata (CIBIO) ha come obiettivo quello di formare giovani e ricercatori motivati in grado di esercitare le proprie capacità in chiave interdisciplinare nei campi della biologia e delle biotecnologie. Particolare attenzione viene rivolta allo studio dei meccanismi del funzionamento della cellula, della loro regolazione e del loro ruolo nel mantenimento dell’integrità cellulare e tissutale, secondo una prospettiva meccanicistica fornita dalla moderna fisiologia molecolare ed attraverso i più avanzati strumenti di analisi genomica. Tutto questo grazie all’utilizzo delle tecnologie per la manipolazione genetica, delle metodologie di analisi biomolecolare, nonché delle moderne piattaforme biotecnologiche per analizzare e comprendere i fenomeni biologici su scala globale. Diversi sono i settori di ricerca interessati: biochimica e lipidomica, biologia dello sviluppo, neurobiologia, biologia molecolare e cellulare, genetica, microbiologia, biologia strutturale, chimica bioorganica, biologia dei sistemi e computazionale.

La didattica avrà un ruolo fondamentale durante il primo ed il secondo anno ed è caratterizzata da un adeguato equilibrio fra attività formative e di ricerca, nel riconoscimento che la formazione di uno studente di dottorato in ambito biotecnologico è fondamentalmente prodotta dalla sua esperienza quotidiana di lavoro in laboratorio. Gli studenti della scuola di dottorato si affiancheranno al team di oltre 40 ricercatori presenti al CIBIO e svolgeranno la propria attività di ricerca in un ambiente internazionale ed interdisciplinare. Relativamente al carattere internazionale della scuola, oltre al fatto che la lingua ufficiale è l’inglese, gli studenti dovranno trascorrere un periodo di ricerca presso laboratori stranieri per perfezionare o apprendere nuove tecniche, o per approfondire tematiche importanti per la propria attività di ricerca.

Il bando proposto per 15 posizioni, di cui 10 finanziate - due dall’ateneo e le altre dal CIBIO e da enti di ricerca esterni - ha attirato molto interesse e al momento possiamo tracciare un bilancio molto positivo sia in termini di numeri che di qualità delle domande presentate. Sono pervenute più di 150 domande, un quarto delle quali provenienti da studenti italiani, laureati in Biologia e Biotecnologie e aree affini quali Chimica, Informatica, Medicina, Fisica e Matematica. Un risultato che ripaga il lavoro portato avanti insieme al collegio docenti della scuola e al quale hanno contribuito collaborazioni sia internazionali che nazionali. Tra queste ultime si segnalano quelle con gruppi di ricerca locali i quali, condividendo i contenuti e gli obiettivi della scuola, hanno finanziato alcune borse. Questi comprendono gruppi di ricerca presso The Microsoft Research - University of Trento Centre for Computational and Systems Biology (CoSBi), presso la Fondazione Bruno Kessler e l’Istituto di Biofisica del CNR. Tra le borse supportate da questi enti esterni, quella del CNR ha un significato particolare, in quanto dedicata alla memoria del compianto collega Gianfranco Menestrina.

Il dottorato è una tappa importante per chi voglia fare ricerca. Non tutti continueranno nell’ambito accademico poiché quest’ultimo non è in grado di assorbire il numero di dottori di ricerca che ogni anno vengono formati. Per questo abbiamo deciso di guardare subito al panorama internazionale e, non potendo essere attrattivi e competitivi con alcuni Paesi stranieri sul piano dei salari delle borse, puntiamo principalmente sulla qualità della ricerca. Ogni studente, supervisionato da un tutor, sarà libero di trovare e testare nuovi approcci per investigare la problematica biologica alla cui soluzione è coinvolto, provando nel contempo anche piacere e divertimento nello spendere ore davanti al banco di laboratorio, al microscopio o al computer, per chi sceglie la strada della “dry biology”. Sintetizzando in tre parole 'ricercare, stupirsi e divertirsi', poiché, citando Asimov, "That's funny!" è la frase che spesso accompagna molte grandi scoperte.