La partecipazione degli studenti alla presentazione dei corsi

LA DIVERSITÀ LINGUISTICA IN EUROPA

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Le lingue ladina, cimbra, mochena, catalana e portoghese entrano a far parte dell’offerta didattica della Facoltà di Lettere
di Patrizia Cordin

Il processo di globalizzazione linguistica negli ultimi decenni ha portato alla rapida avanzata dell’inglese a livello mondiale e a una netta riduzione delle possibilità di comunicazione in altre lingue. In contemporanea, tuttavia, si è assistito anche a una ripresa delle cosiddette lesser used languages, che oggi - almeno in Europa - godono di una migliore visibilità rispetto al passato e stanno in parte riprendendo vitalità, come testimoniano diverse piccole comunità che scoprono o costruiscono le loro identità anche attraverso la pratica della propria lingua.

Proprio con l’intenzione di promuovere la conoscenza della diversità linguistica, per la quale il Trentino si presta come osservatorio privilegiato grazie alla presenza di ben tre lingue di minoranza sul suo territorio (il ladino della val di Fassa, il mocheno della valle del Fersina e il cimbro di Luserna), la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento - sostenuta da istituzioni europee e da istituzioni locali - ha attivato per l’anno accademico 2009-2010 corsi di linguistica ladina, linguistica e laboratori di lingua cimbra, laboratori di lingua mochena, lingua e cultura catalana, lingua portoghese. I corsi sono proposti per favorire lo studio di lingue che nel panorama universitario europeo raramente sono presenti nei curricula: tre di queste sono “piccole lingue” (ladino, mocheno e cimbro) presenti sul territorio trentino e praticate complessivamente da qualche migliaio di parlanti. Altre due lingue (catalano e portoghese) contano un numero maggiore di parlanti in Europa (il portoghese è in realtà una delle lingue più parlate nel mondo), ma sono entrambe poco diffuse nei consueti percorsi di studio linguistico universitario, che spesso riflettono la spinta in atto verso una globalizzazione linguistica.

La conoscenza - almeno a livello introduttivo - di ciascuna delle cinque lingue costituisce un’occasione per riflettere sulla diversità e la pluralità linguistica in Europa e insieme rappresenta uno stimolo importante per considerare da punti di vista alternativi i processi di evoluzione e diversificazione avvenuti entro due grandi famiglie linguistiche, quella delle lingue romanze (nella quale si collocano il portoghese, il catalano e il ladino) e quella delle lingue germaniche (nella quale si collocano mocheno e cimbro).
Avvicinarsi a lingue poco note, spesso parlate da piccole comunità, accresce la sensibilità per il confronto, l’attenzione per le differenze, la curiosità per la varietà, e costituisce una proposta innovativa per arricchire l’itinerario di studi e la formazione personale degli studenti.

A tale scopo lo scorso 5 ottobre è stata organizzata presso la Facoltà di Lettere e Filosofia una presentazione dell’offerta didattica linguistica complementare rispetto a quella di lingue come l’inglese, lo spagnolo, il tedesco, il francese, il russo, accademicamente assai più diffuse.