L'Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO: IL RUOLO DELL’ATENEO NELLA VALUTAZIONE DEI DANNI

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35 ingegneri e architetti fra docenti, ricercatori, dottorandi e collaboratori al fianco della Protezione civile
di Paolo Zanon e Leonardo Vulcan

È il 6 aprile 2009 quando a L’Aquila la terra trema. In molti si sono mobilitati per prestare soccorso e aiuto alle popolazioni delle zone dell’Abruzzo più colpite dal sisma. Anche l’Università di Trento, su richiesta della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, ha dato il proprio contributo con esperti laureati in grado di esprimere una valutazione dei danni provocati dal terremoto. Una valutazione che è stata fatta attraverso la compilazione di schede di agibilità nelle zone di competenza della Protezione civile trentina.
La prima fase di compilazione è stata ultimata il 30 maggio: l’Università ha offerto un significativo contributo inviando, per le sette settimane di attività, un totale di trentacinque ingegneri e architetti che si sono resi disponibili tra professori, ricercatori, dottorandi e collaboratori (si veda la tabella disponibile nell'approfondimento). Va detto, inoltre, che una grande disponibilità è arrivata anche dal personale e dagli studenti dell’ateneo che, a vario titolo, hanno prestato la propria opera attraverso le associazioni di volontariato che stanno ancora operando su quel territorio.

Ma qual è la situazione in cui si trova ora L’Aquila? Purtroppo, come è ormai noto dalle cronache recenti, l’Italia è soggetta a frequenti fenomeni sismici. Ogni cinque, dieci anni si verifica una forte scossa di terremoto con un grave carico di vittime, di danni a infrastrutture, a edifici civili e industriali e, in particolar modo, rilevanti danni al patrimonio edilizio storico e artistico. Anche L’Aquila ha purtroppo conosciuto negli anni la forza del terremoto. Se si guardano i dati dei principali terremoti che hanno colpito la città con un’intensità sismica simile a quella del 6 aprile 2009 (si veda la tabella disponibile nell'approfondimento), si vede che circa,ogni duecento-trecento anni un terremoto potenzialmente distruttivo si è abbattuto sulla città.
Il terremoto del 6 aprile scorso ha colpito la città nei suoi edifici più strategici, fra cui il Palazzo del Governo, l’Ospedale San Salvatore, tante scuole e l’università. Molti degli effetti distruttivi del terremoto sono legati alla particolare formazione geologica del sottosuolo su cui sono costruiti la città e i paesi limitrofi. Il caso più significativo è quello della frazione di Onna, dove il terreno ha prodotto una disastrosa amplificazione locale dell’azione sismica.

Gli esperti dell’Università di Trento si sono occupati della compilazione delle “Schede di 1° livello di rilevamento danno, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell'emergenza post-sismica” (AeDES). La scheda AeDES è finalizzata al rilevamento delle caratteristiche tipologiche, del danno, alla verifica dell'agibilità degli edifici nella fase di emergenza, al rilievo e alla catalogazione speditiva del patrimonio edilizio. I dati raccolti sono utili anche per una prima valutazione dei costi di riparazione e/o di miglioramento. Nella prima fase di emergenza, a qualche ora dall’evento sismico, nei siti in cui si sono verificati i danni più rilevanti, sono state circoscritte le cosiddette “zone rosse”, presidiate dalle forze dell’ordine che ne hanno interdetto l’accesso sia al traffico veicolare sia a quello pedonale. Anche in quelle zone i tecnici hanno dovuto prestare la propria opera in situazioni di oggettivo pericolo. Il lavoro svolto è stato molto apprezzato sia dalla Protezione civile nazionale sia dalla popolazione assistita, che ha riconosciuto la competenza, la disponibilità e la professionalità degli universitari trentini.

Il lavoro richiesto all’Università di Trento non è terminato. In una seconda fase, infatti, ci è stato chiesto di analizzare le schede di agibilità compilate per le frazioni di Paganica e di Tempera e di trasferirle su supporto informatico per consentire poi la collocazione delle informazioni sui rilievi topografici e geologici delle zone interessate. Per questo motivo il Dipartimento di Ingegneria meccanica e strutturale, in collaborazione con il Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento, sta organizzando per il mese di agosto un campo scuola dove, a turni di una settimana, gli studenti possono contribuire a queste operazioni vivendo la realtà del campo base della Protezione civile della Provincia di Trento e visitando le zone colpite dal sisma.